In una delle librerie più belle del mondo, tra gondole, barchette, qualche scaffale malmesso, circondata da volumi antichi e dal loro profumo di foresta ( come chiamavo da piccola quell’odore di pagine vecchie ) ero alla ricerca di un libro, forse un messaggio. Niente cataloghi digitali solo intuito e il consiglio di un’amica.
E’ così che ho incontrato il libro di Mario Tobino alla libreria Acqua Alta di Venezia. “ Le libere donne di Magliano “ è un piccolo volume scritto nel 1953, si presenta sotto forma di diario, appunti sulla vita all’interno di un manicomio. L’autore fonde la sua esperienza all’interno di numerosi manicomi italiani e stranieri per creare un’unica vicenda fatta di personaggi non reali tratti da una reale ispirazione e contornata dal paesaggio di Lucca, città natale dello scrittore.
Non avevo assolutamente idea di che tipo di storia avrei trovato dentro quelle pagine, a quanto poesia e a quante parole meravigliose e a tratti dolorose mi avrebbero colpita. Mario Tobino riesce con questo capolavoro nel suo intento : dimostrare che i matti sono creature degne di amore. La pazzia è davvero una malattia? Le matte, le pazze, le donne di Magliano appaiono vittoriose, lontane dalla società e vicine al loro delirio. L’epoca descritta è antecedente la legge Basaglio che nel 1968 dispone la chiusura dei manicomi. Matti da contenere perché considerati una vergogna e curati attraverso rigide e disumane torture per fare in modo che ritornassero. Donne che non sapevano star zitte ( come non omaggiare in questo Michela Murgia ) considerate ostacoli perché si rivoltavano ai ruoli imposti dalla società, povere, euforiche, impertinenti e tutto questo era un valido motivo di reclusione. Tobino decide di non creare una denuncia, o forse lo è perché, proprio attraverso le sue parole, sentiamo amore come un nuovo modo per sopportare il delirio.
“ Le libere donne di Magliano” è una fragile, dolce e pazza condizione umana. La Panconi che quando vede Suor Pia le viene voglia di strozzarla, le infermiere, le suore, La Berlucchi che non soffre bestialmente ma pensa dolorosamente, La Lella con il suo caffè o Tono , l’aiuto portiere, con il suo faccione da bambino, sono tutti matti.
“ ombre con le radici al di fuori della realtà “
Perché è uno dei 100 libri da leggere almeno una volta nella vita?
Perché alla fine ti dirai … “ Ma in mezzo a tutta questa poesia, sono pazzo anche io ?”